The many subtractions and additions – tied principally to the invasive adaption carried out during the early 1970s by Piero Ranzani and Lorenzo Forges Davanzati – now also include the addition of a new volume in 2021. At the back of the building, in a space of extraordinary compression with the ancient house of the baker, this addition seeks to continue, in its clearly distinguishable, removable and overtly contemporary parts, an idea of restoration as probable layering. The conservative approach adopted for the main and side elevations is coupled with the translative and expressive attitude that wards off any doubt of a philological restoration and can be decodified in an almost filmic sequence: the movement of the rear façade is frozen in a cast that reduces its dynamicity to a simple frame and, as if in a Futurist painting, evokes the “alternation between mass and movement in the play of shadows”. The discovery of an apricot-coloured jamb offered the pretext for its recovery and evident presentation and to unleash this idea of casting, in the furrows of a syntactic reduction similar to that carried out by Peter Eisenman in his decomposition and recomposition of Terragni’s work.

A tutte le sottrazioni e i sedimenti – principalmente riconducibili all’invadente opera di adattamento dei primi anni ’70 di Piero Ranzani e Lorenzo Forges Davanzati – si è aggiunto un nuovo corpo nel 2021. Sul prospetto posteriore dell’edificio, nello spazio di straordinaria compressione con l’antica casa del fornaio, l’aggiunta cerca di perseguire, con parti distinguibili, removibili e dichiaratamente contemporanee, un’idea di restauro come stratigrafia verosimile. L’approccio conservativo, adottato sulle facciate principale e laterali, fa il paio con un’attitudine traduttiva ed espressiva che scansa l’equivoco del restauro filologico e si decifra in un atto quasi filmico: il movimento della facciata posteriore è congelato in un calco che ne riduce a un solo frame la dinamicità e, quasi come in un dipinto futurista, evoca “l’alternanza tra massa e movimento nel gioco di ombre”. È stato il ritrovamento di un montante color albicocca il pretesto per recuperarlo e renderlo evidente e per dare sfogo a questa campagna di calcoteca, nel solco della riduzione sintattica che Peter Eisenman fa nell’operazione di scomposizione e ricomposizione di Terragni per creare un abaco di case di carta.

Mediterraneismo filmico: un nuovo atto per Palazzo Terragni / Arcopinto, Luigi. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - 483:LV(2022), pp. 34-41.

Mediterraneismo filmico: un nuovo atto per Palazzo Terragni

Arcopinto, Luigi
2022

Abstract

The many subtractions and additions – tied principally to the invasive adaption carried out during the early 1970s by Piero Ranzani and Lorenzo Forges Davanzati – now also include the addition of a new volume in 2021. At the back of the building, in a space of extraordinary compression with the ancient house of the baker, this addition seeks to continue, in its clearly distinguishable, removable and overtly contemporary parts, an idea of restoration as probable layering. The conservative approach adopted for the main and side elevations is coupled with the translative and expressive attitude that wards off any doubt of a philological restoration and can be decodified in an almost filmic sequence: the movement of the rear façade is frozen in a cast that reduces its dynamicity to a simple frame and, as if in a Futurist painting, evokes the “alternation between mass and movement in the play of shadows”. The discovery of an apricot-coloured jamb offered the pretext for its recovery and evident presentation and to unleash this idea of casting, in the furrows of a syntactic reduction similar to that carried out by Peter Eisenman in his decomposition and recomposition of Terragni’s work.
2022
A tutte le sottrazioni e i sedimenti – principalmente riconducibili all’invadente opera di adattamento dei primi anni ’70 di Piero Ranzani e Lorenzo Forges Davanzati – si è aggiunto un nuovo corpo nel 2021. Sul prospetto posteriore dell’edificio, nello spazio di straordinaria compressione con l’antica casa del fornaio, l’aggiunta cerca di perseguire, con parti distinguibili, removibili e dichiaratamente contemporanee, un’idea di restauro come stratigrafia verosimile. L’approccio conservativo, adottato sulle facciate principale e laterali, fa il paio con un’attitudine traduttiva ed espressiva che scansa l’equivoco del restauro filologico e si decifra in un atto quasi filmico: il movimento della facciata posteriore è congelato in un calco che ne riduce a un solo frame la dinamicità e, quasi come in un dipinto futurista, evoca “l’alternanza tra massa e movimento nel gioco di ombre”. È stato il ritrovamento di un montante color albicocca il pretesto per recuperarlo e renderlo evidente e per dare sfogo a questa campagna di calcoteca, nel solco della riduzione sintattica che Peter Eisenman fa nell’operazione di scomposizione e ricomposizione di Terragni per creare un abaco di case di carta.
Terragni; Lissone; calco; casa del fascio; restauro; futurismo; Mediterraneo
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Mediterraneismo filmico: un nuovo atto per Palazzo Terragni / Arcopinto, Luigi. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - 483:LV(2022), pp. 34-41.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1616449
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